Indagini partite dopo l’ incendio al campo rom con fumi tossici verso il vicino ospedale
18 GIU, LAMEZIA TERME – I carabinieri stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 29 persone accusate di avere realizzato, nell’insediamento rom di contrada Scordovillo a Lamezia Terme, una vera e propria realtà imprenditoriale che, in violazione delle norme di settore, era dedita alla raccolta e al trasporto di rifiuti a ditte specializzate nella preparazione e riciclo di rottami ferrosi. E tali imprese, a loro volta, ricevevano illecitamente questi carichi.
Le accuse, a vario titolo, sono di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, furto aggravato e violazione di sigilli.
L’operazione è stata condotta a Lamezia Terme, San Pietro a Maida, Curinga e Settingiano, dai carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro, supportati da rinforzi provenienti dagli altri Comandi provinciali della Legione Carabinieri “Calabria”, del Gruppo forestale di Catanzaro, dell’ottavo Nucleo elicotteri e dello Squadrone eliportato Cacciatori di Vibo Valentia. L’ordinanza, emessa dal Gip su richiesta della Dda di Catanzaro, dispone la custodia in carcere per 15 indagati e i domiciliari per gli altri 14. Disposto anche il sequestro preventivo per le aziende coinvolte, due imprese individuali e quattro società a responsabilità limitata.
Il provvedimento scaturisce dagli esiti dell’operazione “Quarta chiave”, condotta dai carabinieri della Compagnia di Lamezia Terme, coordinata dalla Dda, avviata nell’agosto 2019, dopo un vasto incendio di rifiuti scoppiato lo scorso 11 luglio nell’insediamento Rom con lo sprigionamento di fumi tossici sulla ferrovia e il vicino ospedale “Giovanni Paolo II”.