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giovedì, Ottobre 3, 2024
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Due arresti a Rossano per dare il primo segnale della presenza dello Stato sul territorio: arrestati zio e nipote

A circa quindici giorni dai fatti avvenuti sul Lungomare della cittadina ionica con il pestaggio del fratello del noto ex boss e ora collaboratore di giustizia Nicola Acri, Gennarino.

Il suono delle sirene dei Carabinieri ha svegliato gli abitanti di Rossano centro storico. Non per l’ennesimo atto di criminalità ma perchè questa volta lo Stato ha risposto a quelle persone che in questo ultimo periodo ha messo in serio pericolo la serenità e la tranquillità di una intera comunità per aver compiuto svariati atti violenti e intimidatori. Alle prime luci dell’alba di ieri i Carabinieri del locale Comando compagnia, coadiuvati dai colleghi dell’Arma del Comando Provinciale Cosentino, hanno eseguito due arresti su disposizione del procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e dal sostituto Stefania Paparazzo, della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro che ha assunto nei giorni scorsi la guida delle indagini. Gli arrestati sono Gaetano Solferino di anni 43 ed il nipote suo omonimo, Gaetano Solferino che di anni nè ha 23. Entrambi sono accusati di associazione mafiosa, violenza privata, lesioni aggravate e incendio doloso. Gli uomini delle Benemerita li hanno intercettati alle 4 del mattino dalle rispettive abitazioni e trasferiti nel carcere di Via Popilia a Cosenza. Gli investigatori dell’Arma sono giunti all’arresto dei due, grazie alle risultanze investigative dell’attività di indagine che si è basata sia sulla visione delle immagini delle telecamere di sicurezza, ma anche su alcune testimonianze raccolte dopo i primi episodi di violenti pestaggi avvenuti nelle scorse settimane. Gli arresti, infatti, giungono a distanza di una quindicina di giorni dal primo fatto eclatante avvenuto sul lungomare rossanese di S. Angelo con il pestaggio in pieno giorno di Gennarino Acri, fratello dell’ex boss della locale e ormai collaboratore di giustizia Nicola Acri. Proprio il passaggio “al di là della barricata” di “occhi di ghiaccio” avrebbe fatto saltare gli equilibri sul territorio, scatenando una guerra intestina per il controllo soprattutto delle piazze di spaccio e più in generale della leadership nella zona. Al pestaggio del fratello di Acri, che aveva anche rifiutato il programma di protezione offerto dallo Stato ai familiari dei collaboratori di giustizia, sono seguiti numerosi altri episodi inquietanti, come gli spari alle porte di ingresso delle abitazioni di due soggetti fedelissimi alla cosca, nonché altri pestaggi e roghi di mezzi. Anche gli stessi arrestati di ieri erano stati vittime a loro volta di una aggressione assieme ad una terza persona, Andrea Pio Solferino di 25 anni che si trova attualmente ricoverato in ospedale a Cosenza con un trauma cranico. I tre erano stati aggrediti prima che fosse data alle fiamme l’auto su cui viaggiavano in pieno centro storico e a poca distanza dalla sede comunale, avvenuta attorno alle 18 del pomeriggio creando preoccupazione e paura tra gli abitanti della zona che si sono trovati a doversi riparare dalle alte fiamme e dal fumo nero che si stava sprigionando dal rogo in atto che non ha risparmiato le parti esterne di alcune autovetture parcheggiate lungo la via e che ha causato l’annerimento di alcune facciate di abitazioni ivi esistenti.

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