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mercoledì, Aprile 24, 2024
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COME UNA FENICE LA CALABRIA RISORGERA’ DALLE SUE CENERI

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Fare urbanistica significa prendersi cura del territorio anche in termini preventivi

La Fenice, simbolo di quanto è più unico che raro, in questi ultimi dieci giorni rappresenta divinamente la Calabria, una regione con un immenso patrimonio culturale e ambientale, una storia millenaria ed una posizione strategica nel bacino del Mediterraneo, che si consuma tra le fiamme create dai suoi aguzzini. Nel bene e nel male la Calabria ha avuto sempre degli occhi puntati su di lei, specialmente quelli di chi riconosce le sue grandi risorse. In questi ultimi dieci giorni ha subito e continua a subire un’altra violenza, un altro sfregio alla sua bellezza, ma è talmente bella che non ha perso il suo valore storico, culturale, ambientale. Coloro i quali hanno innescato questo disastro ambientale hanno anche risvegliato la “coscienza sociale”, i cittadini hanno preso atto del loro ruolo attivo all’interno della grande decadenza societaria attuale, e questo si spera porterà a dei cambiamenti.

In molti hanno sentito il dovere di esprimere il loro rammarico per la perdita di intere foreste e boschi che ricadono all’interno dei Parchi della Calabria, Il Primo Ministro Draghi, il Capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, Docenti Universitari, Enti Pubblici, Associazioni e Volontari, tanto da dichiarare lo stato di mobilitazione nazionale. L’INU Calabria come Associazione di protezione ambientale esprime solidarietà alle Comunità coinvolte auspicando una rinnovata ed efficace governance territoriale accompagnata da strumenti di pianificazione urbanistica capaci di predisporre politiche di prevenzione e di monitoraggio dei rischi legati alla tutela e alla salvaguardia del territorio. Il drammatico bilancio degli incendi, che stanno bruciando chilometri e chilometri di verde colpendo la natura selvaggia della Calabria, si acutizza con la perdita di vite umane, con i tanti ustionati, la perdita di animali, biodiversità, orti e frutteti che erano l’unica fonte di sostentamento di molte famiglie dei Comuni delle Aree Interne ricadenti all’interno del Parco Nazionale d’Aspromonte.

Davanti a tutto questo ci si domanda, non solo come intervenire, ma cosa si sarebbe potuto fare per evitarlo? Andando a ritroso nello studio dei provvedimenti legislativi regionali per la lotta attiva contro gli incendi, dalla L.R.47/75 alla Legge n. 353 del 21 novembre 2000 – “Legge quadro in materia di incendi boschivi” e la L. R. n. 51 del 22/12/2017 “Norme di attuazione della legge 21 novembre 2000, n. 353, la risposta la troviamo tra gli obiettivi del Piano Antincendi Boschivo Regionale del 2020 e poi in quello del 2021. Il Piano AIB è stato predisposto come stabilito dall’art. 3 della L.R. n. 51 del 22/12/2017, dal Dipartimento Presidenza della Regione Calabria – U.O.A. “Politiche della Montagna, Foreste e Forestazione, Difesa del Suolo”, con il contributo di rappresentanti dei seguenti soggetti: Agenzia regionale per la protezione ambientale della Calabria (ARPACAL); Parchi Nazionali; Azienda Calabria Verde; Consorzi di bonifica calabresi; Corpo nazionale dei Vigili del fuoco; Associazione nazionale dei comuni Italiani (ANCI); Guardie ambientali d’Italia; associazioni di volontariato operanti nel settore, che hanno collaborato, periodicamente, ad un tavolo tecnico multidisciplinare. L’obiettivo primario che si vuole perseguire è la “salvaguardia del patrimonio forestale regionale analizzando le cause determinanti e tutti i fattori che concorrono a condizionare il comportamento del fuoco, e quindi la sua forza distruttiva ed i danni che esso può causare, nonché il grado di difficoltà di controllo da parte del Servizio Antincendio Boschivo”. Gli studi del settore indicano che ingenti danni sono causati dal fronte di fiamma che si propaga velocemente caratterizzando incendi di grandi dimensioni. Si ribadisce nel Piano AIB che è indispensabile avviare una PREVENZIONE DIRETTA, soprattutto nelle aree boscate, e che venga effettuata con metodi efficaci e possibilmente a basso impatto ambientale, evitando di causare trasformazioni irreversibili. La Legge Regionale n. 51/2017 arriva a disciplinare specifici obblighi per proprietari, affittuari, conduttori, comuni, enti pubblici e privati, gestori di infrastrutture viarie e ferroviarie, gestori di strutture ricettive e turistiche, prevedendo puntuali comportamenti ed attività di prevenzione e relative sanzioni. Ma a chi compete il controllo di tutto questo? Dove è il personale addestrato per la manutenzione del verde e la prevenzione contro gli incendi? Nel Piano AIB si parla che bisogna massimizzare la prevenzione attraverso l’informazione ai cittadini con la lotta efficace agli incendi boschivi al loro verificarsi. Cosicché anche i cittadini, oltre ai soggetti preposti, diventino sentinelle del proprio territorio, informate e consapevoli del proprio ruolo. Ed è così che si sono perse vite umane, perché per difendere il loro territorio si sono gettate a capofitto tra le fiamme senza sapere a cosa sarebbero andate incontro, visto che non è stata mai fatta una informazione e una formazione su come agire in caso di pericolo. Anche se sono state istituite postazioni sparse su tutto il territorio regionale per la sorveglianza attiva, di fatto manca il personale per il controllo e la vigilanza dei boschi e delle foreste. Sono stati sviscerati tutti i possibili provvedimenti da prendere per la prevenzione degli incendi, ma di fatto si è arrivati in ritardo nella formazione di addetti all’antincendio boschivo, e è diminuito di molto il personale addetto alla manutenzione, vigilanza e controllo dei Parchi, quei pochi sul territorio sono stati reperiti nel bacino degli operai in capo agli enti gestori, principalmente dall’Azienda Calabria Verde, istituita con Legge Regionale 16 maggio 2013, n. 25 art. 4 comma c, alla quale sono demandate tutte le azioni per la lotta contro gli incendi boschivi con l’ausilio dei Consorzi di bonifica, di cui alla legge regionale 23 luglio 2003, n. 11, ed il supporto della Protezione Civile Regionale. Gli altri enti dai quali sono stati attinti gli operatori sono l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Calabria (ARPACAL); i Parchi Nazionali; i Consorzi di bonifica calabresi; il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco; l’Associazione nazionale dei comuni Italiani (ANCI); le Guardie ambientali d’Italia; le associazioni di volontariato operanti nel settore.

Prima che venisse soppressa l’Azienda forestale regionale, A.FO.R., il territorio dei Parchi era efficacemente sottoposto a continua manutenzione, vigilanza e controllo dai suoi dipendenti che sono stati poi assorbiti da altri enti come Provincia, Azienda Calabria Verde e Polizia forestale. Si diede contro al numero elevato dei forestali, ma chi ha avuto la fortuna di passeggiare nel Parco può capire che su un territorio così vasto il numero dei forestali era necessario. Ed oggi lo possiamo vedere sotto i nostri occhi, perché quando un incendio si sviluppa non dà il tempo di mettere in salvo nulla. Il fuoco bisogna prevenirlo in ambiti così vasti, non puoi contrastarlo quando si è innescato. Le autobotti non servono a molto all’interno di una foresta dove il mezzo gommato non riesce neanche ad entrarci, e quando si è già sviluppato il fumo il canadair non può vedere nulla.

Un altro dato a sfavore della soppressione dell’AFOR è stato il conseguente spopolamento dei Centri storici delle Aree Interne ricadenti nel Parco Nazionale dell’Aspromonte. Basti pensare che nei soli comuni di Roccaforte del Greco e Bagaladi vi erano impiegati circa 2.000 forestali che con la soppressione dell’AFOR hanno dovuto trasferirsi con le loro famiglie in altre sedi, lasciando sul posto poco meno di sette addetti nella postazione di guardia. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: niente forestali, niente, manutenzione, niente vigilanza e controllo, niente prevenzione.

Diventa necessario mettere al centro delle politiche e delle azioni dei privati la valorizzazione delle competenze e delle vocazioni del territorio calabrese, il che significa capitale umano altamente formato da trattenere nei settori traino, ovvero tutela dei beni ambientali, agricoltura, turismo, manifattura e terziario avanzato. La Calabria può risorgere e deve risorgere con uno sforzo condiviso di tutte le forze politiche, economiche e sociali.  

Per il Consiglio direttivo regionale

Istituto nazionale di Urbanistica della Calabria

Il presidente

Prof. Domenico Passarelli

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