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martedì, Aprile 23, 2024
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Il Sindaco Franz Caruso interviene sulla libertà di manifestare il proprio dissenso a proposito dei provvedimenti adottati nei confronti di alcuni attivisti

10 DIC, COSENZA – “La libertà di manifestazione del pensiero, costituzionalmente garantita, reca in sé, come diretta conseguenza, che anche la libertà di esprimere il proprio dissenso goda della medesima tutela”.

Ad affermarlo è il Sindaco di Cosenza, Franz Caruso, a proposito delle sanzioni pecuniarie comminate ad alcuni attivisti che nel luglio scorso diedero vita, nelle strade del centro storico ad una manifestazione tesa a richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle situazioni di degrado presenti nella città antica.

“All’epoca dei fatti – sottolinea Franz Caruso – non ero ancora Sindaco della città e potrei, proprio per questo, disconoscere i particolari dell’iniziativa degli attivisti del comitato “Sesto senso di marcia”. Mi sembra, però, dalle notizie che apprendo dalla stampa, che si sia trattato di una manifestazione pacifica e priva di conseguenze, sia per l’ordine pubblico che per la pubblica incolumità. Nel pieno rispetto delle decisioni assunte dalle autorità preposte e nella convinzione che la giustizia debba fare il suo corso – ha affermato inoltre il Sindaco Franz Caruso – non posso fare a meno di esprimere una posizione di garanzia a favore della libertà di manifestazione del pensiero e quindi anche di quella tesa ad esprimere il proprio dissenso. In una società democratica come la nostra sarebbe impensabile censurare aprioristicamente i contributi alla discussione ed alla riflessione, soprattutto quando, come nel caso specifico, siano finalizzati a richiamare pacificamente l’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni su questioni e problematiche che riguardano aree degradate e bisognevoli di interventi. Peraltro, per come rappresentati, non mi pare che i fatti del luglio scorso possano in qualche modo integrare ipotesi di reato. Auspico, pertanto, che vi sia la volontà degli organi preposti a riconsiderare i comportamenti degli attivisti e a rivedere i provvedimenti adottati nei loro confronti”.

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