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giovedì, Ottobre 3, 2024
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Traffico illegale di dati personali profilati, appartenenti a ignari cittadini

Un’articolata e innovativa indagine svolta in tutta Italia sotto il coordinamento dal IV Dipartimento della Procura della Repubblica di Milano, dai finanzieri del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche, ha consentito di sgominare un’organizzazione che trafficava illegalmente dati personali profilati appartenenti a numerosissimi ed ignari cittadini.

Da quanto appurato dalla Guardia di Finanza, coordinata dal IV dipartimento della Procura della Repubblica di Milano, migliaia di generalità, comprensive del numero di telefono e dell’indirizzo di residenza di clienti “selezionati” tra gli acquirenti di opere d’arte e numismatica di rinomate aziende del settore, venivano sottratte indebitamente, catalogate e vendute, senza il consenso delle vittime, tramite apposite società “schermo”, costituite all’estero e intestate a dei prestanome.

“Un sistema ingegnoso – fanno sapere gli inquirenti – messo in atto solo per eludere le normative che tutelano i dati personali dei consumatori e disporre così, senza vincoli, di preziose liste di clienti a cui sottoporre i propri prodotti. Gli indagati – secondo quanto si è appreso – arrivavano a presentarsi telefonicamente anche come agenti della nota Enciclopedia Treccani, estranea alla vicenda, per promuovere ai malcapitati, in maniera subdola, con la scusa di rivalutare le opere d’arte già in loro possesso, la vendita di quadri, enciclopedie e altri prodotti, una volta fissato un appuntamento”.

Attraverso indagini ad alto contenuto tecnologico e strumenti di investigazione all’avanguardia, sono stati identificati i presunti ideatori ed esecutori del trattamento illecito dei dati. Nei loro confronti sono state eseguite numerose perquisizioni, scattate nelle province di Napoli, Caserta e Milano.

Gli approfondimenti di natura economica hanno consentito di ricostruire il rilevante giro d’affari per centinaia di migliaia di euro. I fatti, sono stati segnalati anche all’Autorità Garante per la protezione dei dati personali con richiesta di avviare il procedimento istruttorio propedeutico all’applicazione delle sanzioni pecuniarie previste dal Gdpr.

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