07 FEB, CATANZARO – La disabilità è un tema che spesso viene tenuto in considerazione solo quando la si vive in prima persona o quando a viverla risultano essere persone a noi vicine, che siano essi parenti, amici o conoscenti ed ancor più spesso questa condizione non viene a manifestarsi in età adolescenziale o giovanile bensì in tarda età. Stando agli ultimi dati riportati dall’ISTAT in Italia vivono circa 3 milioni e 150 mila disabili in condizione di gravità, infermità ed incapacità di poter svolgere in autonomia le attività abituali che ogni cittadino dovrebbe poter fare. Ulteriore dato allarmante purtroppo è che il 30% dell’intero numero di disabili in Italia risulta essere in età avanzata e soffre purtroppo di patologie spesso correlate alla propria età.
La disabilità intellettiva ad esempio caratterizza ed inficia pesantemente nella vita del soggetto e di chi gli sta accanto ma quando è associata alla disabilità visiva comporta ulteriori limitazioni nella comunicazione, nell’autonomia e nella sicurezza personale. In tali casi è necessario un intervento competente e mirato al sostegno dei soggetti della terza età.
Una considerazione questa che da sempre l’UICI di Catanzaro ha inteso promuovere alla società perché capita spesso che una buona parte dei soggetti che cadono nel buio della cecità siano proprio coloro che si trovano in età avanzata o che alla sola patologia visiva abbiano anche ulteriori minorazioni.
Il fattore età quindi è uno di quelli che bisogna tenere altamente in considerazione soprattutto perché come enti, si ha il dovere di preservare la buona aspettativa di vita delle persone che nel corso della loro vita hanno lasciato un segno, aspettativa di vita che nel corso del tempo è aumentata ma che di contro porta a fare fronte presenza e manifestazione di patologie invalidanti.
Partendo da tale presupposto e con l’idea di rendere il più uniforme possibile l’intervento a favore di tale categoria, nei giorni scorsi vi è stato un proficuo incontro tra due delle realtà più attive sul territorio quando si tratta il tema della disabilità, ovvero l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e l’associazione Ra.Gi.
L’incontro alla quale hanno preso parte Luciana Loprete per l’UICI ed Elena Sodano per la Ra.Gi. ha avuto quindi come argomento predominante la condizione degli utenti affetti da cecità che sia essa assoluta o parziale e coloro che invece soffrono di una delle altrettanti patologie che ultimamente si sta diffondendo sempre di più, l’Alzheimer.
“Ho accettato con estremo interesse l’invito di Luciana Loprete perché ritengo che insieme possiamo ancora di più attenzionare l’opinione pubblica nei confronti di una patologia come la demenza – afferma Elena Sodano -.
Di solito si parla in maniera molto generale di malattia di Alzheimer o altre forme di demenza come se queste fossero malattie a se stanti che possono insorgere solo in persone che non hanno altre patologie.
Abbiamo mai pensato invece all’estremo disagio che può vivere una persona con una qualche derivazione sensoriale che viene colpita da una qualunque forma di demenza?
E su questi temi che riguardano la fragilità umana che UICI e RaGi cammineranno insieme con la consapevolezza di offrire alle famiglie un servizio reale e concreto”
L’idea nata quindi dall’incontro è stata proprio quella di fare fronte comune non solo nella prevenzione delle patologie invalidanti di entrambe la disabilità, ma anche la necessità di dare voce a chi voce non ne ha attraverso incontri e seminari formativi che possano essere precursori di interventi mirati e che non ledano la condizione umana delle persone che purtroppo vivono in condizioni già di per se disagiate a causa della loro disabilità e che secondo gli ultimi dati purtroppo non riguardano più solo la fascia di età anziana ma purtroppo anche giovanile con lo scatenarsi di fenomeni precoci.
“Dare costantemente un servizio che sia all’altezza delle aspettative che tutti i nostri utenti hanno, è per noi lo stimolo per affacciarci sempre verso nuove conoscenze ed attività. Abbiamo il dovere e l’obbligo morale di pensare a chi purtroppo sta peggio di noi. Lo dico da donna Disabile che da 25 anni lotta perché siano riconosciuti tutti i diritti morali, sociali e materiali di cui godono mentre d’altro canto mi sono spesa perché nessun altro possa cadere nel buio della cecità. Sono sicura, parlando a nome dell’intero consiglio e della Presidente in carica, che la collaborazione con l’associazione Ra.Gi ci consentirà di ampliare il nostro parterre di servizi ed attività” conclude Luciana Loprete.