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venerdì, Marzo 29, 2024
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Il Presidente Penna soddisfatta del progetto Città che legge: “Anche la Casa Circondariale nei Patti per la lettura”

02 AGO, COSENZA – “I Patti per la lettura consentono di avviare un processo partecipativo e di collaborazione con tutti quei soggetti che considerano la lettura e l’accesso alla conoscenza un diritto fondamentale, ed un elemento imprescindibile per il pieno sviluppo della personalità umana. La lettura è, infatti, una risorsa strategica della comunità ed è di vitale importanza definire azioni e politiche attive per la sua diffusione”.

E’ quanto afferma il consigliere comunale, Chiara Penna, nella sua qualità di presidente della commissione Pubblica istruzione e Legalità, plaudendo al progetto “Città che legge – Patto Locale della Città di Cosenza”, approvato nei giorni scorsa dalla Giunta Comunale.

“I firmatari del Patto – prosegue il presidente Penna –  si impegnano a partecipare ai momenti di elaborazione e progettazione, a diffondere la visione e i principi, a individuare le risorse e le competenze necessarie a supportare la rete territoriale di promozione di essa.

È da evidenziare che per la prima volta, grazie a questa amministrazione si coinvolgono così tutti i soggetti che possono offrire il proprio contributo in tal senso sulla base delle rispettive capacità e competenze.

Per questo ringrazio il Sindaco Franz Caruso e la Consigliera delegata alla cultura Antonietta Cozza. Devo dire, infatti, che è merito della sensibilità della Collega e della sua esperienza se si è riusciti ad individuare il modo di portare avanti il Progetto sino alla sua realizzazione.

La soddisfazione per me è inoltre doppia perché, come rappresentato nella Commissione che presiedo, tra i firmatari era assolutamente necessario che vi fosse anche la Casa Circondariale di Cosenza Sergio Cosmai. E così è stato.

“Il patto mira ad avvicinare ed a rafforzare le pratiche di lettura in chi ha con i libri un rapporto sporadico – conclude Chiara Penna – e deve impegnare anche a promuovere progetti tesi ad  affrontare temi di interesse pubblico, questioni di genere, razzismo, intolleranza e discriminazione. Ciò non poteva non includere, dunque, l’Istituto di pena, un luogo spesso dimenticato e dove invece la funzione rieducativa si realizza proprio attraverso la diffusione della cultura e la vicinanza delle Istituzioni”

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