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venerdì, Aprile 19, 2024
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Città unica Corigliano-Rossano. Da tanti padri ad un unico colpevole?

Riceviamo e pubblichiamo:

Mi fa strano pensare come l’allora legge istitutiva del comune unico Corigliano Rossano avesse molti padri e pochi facili profeti, come il sottoscritto. Lungi da me difendere l’operato dell’amministrazione Stasi, non mi competerebbe farlo, ma al contempo penso che tuttoggi si continui a guardare il dito anziché la luna. Il punto era e resta quello di un avventato processo di cambiamento, di fusione a freddo, rispetto al quale esprimevo ed esprimo le mie perplessità, anche in relazione al dibattito sul futuro dell’area urbana cosentina. Le realtà territoriali, fatte di storie, di tradizioni e di vocazioni, non si avvicinano a colpi di slogan e di ragionamenti partoriti dalla pancia. La politica questo dovrebbe saperlo in quanto non può essere un banale ed egoistico esercizio, da tornaconto elettorale, quello di estinguere i comuni e fonderli come se questi ultimi fossero degli ingredienti di un drink da sperimentare.

Ricordo quando, intervenendo in Consiglio Regionale, denunciai il maldestro tentativo di ricercare negli incentivi statali le motivazioni di un’unione tra diverse realtà territoriali in quanto ciò esulava da un preventivo studio di fattibilità, dalla verifica delle compatibilità finanziarie e urbanistiche, dall’approvazione dello Statuto del nuovo ente nel quale disegnare l’insieme godibile da parte della collettività, lasciata così ignara e inconsapevole nella determinazione del consenso referendario. Lanciai il monito su come una fusione come quella di Corigliano Rossano, fatta male e discussa peggio, potesse far correre il rischio di divenire la causa di tanti mali organizzativi, che i cittadini avrebbero pagato sulla loro pelle nel medio-lungo periodo. Furono queste le motivazioni che mi indussero a sottrarmi dal votare quella legge.

Di rimando, non sottraendomi responsabilmente ai compiti legislativi propri di un Consigliere Regionale, proposi:
1. l’avvio dei lavori sulla legge di riordino del sistema delle autonomie locali, sancita dalla normativa nazionale altrove perfezionata e in Calabria neppure ideata;
2. una fase istruttoria seria e tendente a valutare obiettivamente la meritevolezza o meno della fusione.
Fui purtroppo l’unico in Consiglio Regionale a votare contro. In solitaria ma con la consapevolezza delle idee, con la consapevolezza dei disservizi che i cittadini avrebbero pagato a causa dell’assenza di riferimento istituzionale, della povertà dei bilanci, di una programmazione frammentaria e, quindi, difficilmente realizzabile. Oggi Corigliano Rossano è l’esempio per antonomasia di un’organizzazione precaria, con una dotazione organica penalizzante per alcuni e troppo premiante per altri, al punto da interrogarsi perfino sul perché ancora non sia stato ideato lo stemma della città nuova.

Le ragioni di una fusione dovrebbero essere ben altre, figlie di un impianto ragionato, che passi magari da un’iniziale gestione associata dei servizi, e non lacunoso sulle reali potenzialità che comportano tali processi, non avendo ancora strumenti di valutazione oggettivi ed eterogenei sulle opportunità di sviluppo rispetto ai vari contesti territoriali e strutturali, spesso caratterizzati da strumenti urbanistici e dotazioni finanziarie agli antipodi.
Nessuna improvvisazione demagogica, o peggio ancora populistica, poteva e potrà apportare benefici alle comunità.
La politica è una cosa seria, e proprio per questo richiede visione da parte dei suoi interpreti.

Orlandino Greco
Italia del meridione

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