Un fermo immagine tratto da un video della polizia di Cagliari, 11 giugno 2020. Lo hanno convinto ad investire in cripto valute promettendogli facili e consistenti guadagni, si sono fatti inviare quasi 400mila euro e quando la vittima ha cercato di rientrare in possesso di una parte della somma investita, hanno iniziato a minacciarlo. Solo la denuncia del truffato alla polizia postale ha permesso di recuperare almeno parte della somma. Si è conclusa con due denunce e il recupero di oltre 200mila euro l'indagine internazionale condotta dal Compartimento polizia postale di Cagliari sul Financial Cyber Crime e sulle truffe relative al trading online. Accusate di truffa, abusiva attività finanziaria, riciclaggio ed estorsione due donne di nazionalità ucraina e armena, amministratrici delle società intestatarie dei conti correnti esteri in cui sono finiti i 380mila euro della vittima, un ex commerciante cagliaritano.
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Sono 168 i ‘colpi’ accertati dalla polizia internazionale riconducibili a uno dei gruppi hacker più noti al mondo, il Ragnar Locker, finito nel mirino degli investigatori e della magistratura europea nell’ambito dell’operazione che ha portato al fermo a Parigi di uno dei suoi componenti, un 35enne di origini russe, residente nella Repubblica Ceca, e dipendente come informatico di un’azienda francese. Da quanto si è appreso, a incastrare l’uomo è stata una vacanza in Italia. Grazie ai dati lasciati a una struttura dove ha alloggiato a Milano è stato possibile identificarlo e dargli un volto e un nome. Secondo le indagini coordinata dai pm milanesi Barbara Benzi, Cristian Barilli e dall’aggiunto Eugenio Fusco, che hanno ipotizzato nei confronti del 35enne i reati di associazione per delinquere, intrusione in sistema informatico e tentata estorsione, la Campari e la Dolmar, rimaste vittime di una esfiltrazione di dati, non hanno pagato alcun riscatto.