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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Sequestrata la casa di riposo degli orrori a Reggio Calabria, tre indagati

I militari dell’Arma dei Carabinieri a Reggio Calabria, hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro emesso dalla locale Procura della Repubblica, diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, nei confronti di una cooperativa sociale – casa alloggio, dell’immobile abusivamente trasformato in una casa di riposo per anziani, e hanno notificato un’informazione di garanzia nei confronti della legale rappresentante dell’attività e di due operatori sociosanitari, accusati a vario titolo di abbandono di persone incapaci, maltrattamenti ed esercizio abusivo della professione sanitaria.

L’attività scaturisce da un’attività di indagine condotta dai carabinieri del Nas – Nucleo antisofisticazione e sanità e della compagnia di Reggio Calabria, avviata nel marzo dello scorso anno, quando, in piena pandemia e nella fase più critica, un ospite della struttura sanitaria, ubicata nel quartiere reggino di Ciccarello, era risultato positivo al Covid-19 e ricoverato, in gravi condizioni, al Gom di Reggio Calabria.

Nel giro di un mese lui ed altre due donne, ospiti nella stessa casa di riposo, erano poi deceduti a causa del virus, ed altri cinque degenti risultati contagiati.

Immediatamente, i militari del Nas e della compagnia carabinieri di Reggio Centro avevano eseguito un’ispezione per verificare le condizione della struttura e le misure in atto per il contenimento del contagio da coronavirus, constatando che la casa alloggio, autorizzata solo per sei unità ed “a bassa intensità assistenziale”, in realtà era stata trasformata in casa di riposo con oltre dieci ospiti, di cui molti non autosufficienti e costretti a stare a letto, bisognosi di cure e terapie farmaceutiche continue e, quindi, di una assistenza altamente professionale.

Gli investigatori della benemerita, hanno accertato anche che non c’era alcuna autorizzazione né, tantomeno, erano mai state fatte le previste comunicazioni alle autorità di pubblica sicurezza, e che l’assistenza agli anziani veniva assicurata solo dalla cuoca e da due operatori sanitari, i quali, secondo l’accusa, somministravano abusivamente anche i farmaci.

La rappresentante legale non avrebbe neanche rifornito adeguatamente di derrate alimentari la struttura. Infatti, molti anziani, soprattutto quelli allettati, erano malnutriti o lasciati privi di cibo – una degente arrivò a pesare addirittura 35 chilogrammi – alcuni di loro venivano sedati, somministrandogli massicce dosi di medicinali con effetto psicotropo.

Le condotte riscontrate, anche grazie alla collaborazione dei parenti delle vittime, hanno fatto sì che il gip del tribunale di Reggio Calabria accogliesse la richiesta di sequestro avanzata dalla locale procura della Repubblica.

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