Inps: Calabria, presentato il bilancio sociale 2021

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Folla in uno degli sportelli INPS a Napoli tra le citta' con più richieste di domande di pensione anticipata con Quota 100, 8 febbraio 2019 ANSA / CIRO FUSCO

 È stato presentato alla Cittadella regionale di Catanzaro il Bilancio sociale Inps 2021. All’incontro erano presenti il presidente della Regione Roberto Occhiuto, il presidente Civ Nazionale Inps, Roberto Ghiselli, il direttore regionale dell’Istituto Giuseppe Greco e il presidente del Comitato regionale Inps Gianfranco Trotta. “Un anno cardine il 2021 – è scritto in un comunicato – ancora provato dalla pandemia ma con l’Inps impegnato a fornire risposte”. “L’Inps è fondamentale – ha sostenuto Ghiselli – in regioni come la Calabria. È lo strumento per dare la possibilità di un riscatto a questo territorio, per evitare il degrado e consentire alle persone una vita dignitosa. Senza non vi sarebbero le condizioni per uno sviluppo che, invece, deve esserci mettendo le imprese nelle condizioni di crescere e dare lavoro di qualità”. Le performance dell’Inps calabrese vedono l’istituto tra quelli con le prestazioni migliori in ambito sociale. “I dati dimostrano una ripresa rispetto all’anno tragico del 2020 – ha sottolineato il direttore Greco – evidentemente non poteva che essere così, però si traccia un trend che fa anche ben sperare e auspichiamo in una corsa nel 2023. Questo anche grazie all’impegno delle nostre lavoratrici e dei lavoratori dell’Inps che sono però in numero sempre più risicato. I risultati in termini di performance sono frutto anche di un rapporto assolutamente consolidato e ben funzionante con i cosiddetti stakeholders e i patronati senza i quali indubbiamente l’istituto non potrebbe vantare dati di questo di questo livello”. “C’è un esercizio vario della fantasia – ha sostenuto Trotta – che davvero alcune volte ci lascia interdetti. Il ricorso ad assunzioni fittizie per ‘accaparrarsi’ le misure di sostegno al reddito, oppure per ‘aggiungere’ punti ad una graduatoria mortificano le migliaia di lavoratrici e lavoratori che con molti sacrifici si recano al lavoro ogni giorno e che, loro malgrado, sono costretti a fare ricorso agli ammortizzatori sociali perché licenziati oppure per le sospensioni del lavoro stesso. Oltre al lavoro nero, al lavoro precario e sottopagato esiste una nuova o vecchia categoria che è il lavoro fittizio finalizzato ad attingere dai sussidi statali”.