“Quando siamo arrivati sulla spiaggia, i pescatori che erano lì ci hanno aiutato a togliere la gente dal mare. Era buio e non vedevamo nulla. Per questo qualcuno nuotava verso il largo e se non ci fossero state le luci di quei pescatori non avremmo mai visto la spiaggia, Il loro aiuto é stato fondamentale”. Così Ali Sharooze, uno dei sopravvissuti del naufragio del barcone carico di migranti del 26 febbraio a Cutro, ha raccontato i momenti successivi all’affondamento del caicco che li aveva condotti dalla Turchia alla costa della Calabria nel corso della quarta udienza dell’incidente probatorio, in corso davanti al Gip di Crotone, del procedimento a carico dei quattro presunti scafisti dell’imbarcazione naufragata. Si tratta dei turchi, Gun Ufuk, di 28 anni, collegato dal carcere di Tolmezzo, e Sami Fuat di 50, e dei pakistani Khalid Arslan, di 25, e Hafab Hussnain, di 21, indagati per omicidio colposo, disastro colposo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Nel corso dell’udienza l’incidente probatorio è stato sospeso per permettere l’interrogatorio di garanzia di Hafab Hussnain, che in un primo momento era stato considerato minorenne. Assistito dall’avvocato Salvatore Perri, Hussnain si è avvalso della facoltà di non rispondere, confermando soltanto di essere nato nel 2001 e di essere dunque maggiorenne. L’incidente probatorio proseguirà il 12 ed il 15 giugno, giorni in cui saranno riascoltati quattro testimoni già sentiti davanti al gip del Tribunale dei minorenni.