Porti: Fiom, ‘per salvare Gioia tauro servono strategie’

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 “La direttiva europea, sottovalutata dai Governi, rischia di provocare la paralisi dell’attività di transhipment del porto di Gioia Tauro e la conseguente perdita di posti di lavoro su larga scala, aumentando i danni per lavoratori e per tutto il tessuto sociale del territorio calabrese. Abbiamo bisogno di una strategia industriale europea per mantenere e creare occupazione, avviando realmente processi che tengano insieme lavoro e ambiente”. Lo afferma il segretario generale Fiom Cgil Calabria Umberto Calabrone mettendo in evidenza “la necessità e l’urgenza di investimenti pubblici e privati, strategie industriali, energetiche, fiscali condivise e di lungo periodo”.
“L’ambiente – prosegue – non si salvaguarda con le tasse e le risorse devono servire per avviare una trasformazione dell’alimentazione degli impianti esistenti e sviluppare la produzione di navi di cui c’è bisogno in Europa e nel mondo per affrontare l’emergenza climatica. Attualmente la politica dell’Italia si è mostrata troppo debole, inadeguata se non del tutto assente su questi aspetti cruciali per garantire che il Green deal sia socialmente giusto: senza giustizia sociale, c’è il rischio di un fallimento consapevole. Quella che si prepara è una vera e propria rivoluzione e le grandi trasformazioni necessitano di scelte strategiche a livello locale, nazionale ed europeo. L’Italia è il Paese che paga più di altri la transizione, perché in questi anni non sono state messe in campo politiche industriali coerenti”.
“La Calabria, per grave responsabilità del governo regionale – afferma Calabrone – non ha tutt’ora un piano energetico coerente con una transizione giusta, socialmente e ambientalmente sostenibile, pur avendone tutte le potenzialità.
Delle assenze e della superficialità della politica non possono essere i lavoratori a pagare le conseguenze. L’Unione Europea e il Governo nazionale e quello regionale mettano in campo azioni e risorse specifiche per il raggiungimento degli obiettivi ambientali, insieme alle necessarie garanzie sull’occupazione”.
“Nel contempo – conclude il segretario generale della Fiom calabrese – serve impegnare tutto il sistema imprenditoriale che opera nel porto di Gioia Tauro, così come su tutti gli altri scali nella regione, a investire su innovazione e riduzione dell’inquinamento, anche nell’ottica di creare nuova occupazione perché la transizione può e deve essere una opportunità”.