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lunedì, Maggio 6, 2024
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Interdizione all’esercizio di pubblico ufficio. Terremoto all’Università Mediterranea

I militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica, diretta dal Procuratore da Giovanni Bombardieri, stanno eseguendo le ordinanze, emesse dal gip del Tribunale reggino, nei confronti dei professori e dei dipendenti accusati di associazione a delinquere, concussione, corruzione, abuso d’ufficio, falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e peculato.

Tra le persone sottoposte alla misura cautelare del divieto temporaneo all’esercizio del pubblico ufficio ricoperto presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria figurano anche l’attuale Rettore dell’ateneo, sottoposto a interdizione per 10 mesi, nonché il suo predecessore, l’attuale Prorettore Vicario, sottoposto a interdizione per 12 mesi. Nei confronti di quest’ultimo, il gip ha, inoltre, disposto l’esecuzione di un sequestro preventivo del valore di circa 4 mila euro.

Contestualmente, i finanzieri, su disposizione della Procura, stanno eseguendo perquisizioni domiciliari e personale nei confronti di 23 persone, stanno inoltre procedendo alla perquisizione di sistemi informatici/telematici usati nel’ Università, nonché di richiesta di consegna di documentazione ritenuta essenziale ai fini probatori.

L’operazione, denominata in codice “Magnifica”, è partita a seguito della denuncia presentata da una candidata non risultata vincitrice. Nella denuncia, la donna ha segnalato presunte condotte irregolari perpetrate in occasione dell’espletamento della procedura di valutazione comparativa per un posto di ricercatore universitario. L’esponente, per tutelare la propria posizione, aveva promosso appositi giudizi presso i competenti organi di Giustizia Amministrativa. In tale contesto, come emerso agli atti delle indagini, è stato suggerito alla donna di “rinunciare all’azione giudiziaria e aspettare il proprio turno per avere accesso a future opportunità professionali all’interno del Dipartimento”.

Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Reggio Calabria, hanno consentito di scoprire presunte condotte illecite commesse dal 2014 al 2020. Inoltre le attività avrebbero sveltato l’esistenza di un’associazione dedita alla commissione di reati contro la pubblica amministrazione e contro la fede pubblica nella direzione e gestione dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria e delle sue articolazioni compartimentali. Dalle indagini, sarebbero emersi atti contrari ai doveri d’ufficio di imparzialità, lealtà, correttezza e fedeltà. Atti che sarebbero emersi in occasione delle varie procedure concorsuali e comparative, nella selezione delle commissioni esaminatrici attraverso la scelta di componenti ritenuti “affidabili” e pertanto idonei a garantire un trattamento favorevole ai singoli candidati scelti “direttamente” o a seguito di “segnalazione”.

Le procedure comparative e concorsuali riguardavano le posizioni di ricercatori, di professori ordinari e associati, di assegnisti di ricerca nonché le selezioni per l’accesso ai dottorati di ricerca e ai corsi di specializzazione. Inoltre, sono emerse ulteriori e molteplici irregolarità nella gestione delle risorse universitarie. Le autovetture di servizio, infatti, sarebbero state usate per fini privati, e appalti dei lavori edili di manutenzione dei locali universitari sarebbero stati assegnati in assenza di apposite procedure di gara e sulla base di false prospettazioni della realtà fattuale. L’indebito utilizzo delle risorse dell’ente non ha riguardato solo le autovetture di servizio, le contestazioni di peculato concernono, infatti, anche le carte di credito intestate all’Università, reiteratamente utilizzate per pagare spese di natura prettamente personale.

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