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martedì, Aprile 30, 2024
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Concerti di Calabria

9 e 10 luglio 2022, h 20.45: Due concerti all’Auditorium Ferrari del complesso Sant’Agostino a Paola

09.07.2022 Duo Roberta Presta, flauto e Massimo Perciaccante, pianoforte.

05 LUG, PAOLA (CS) Il programma inizia con un omaggio alla geniale sonata per flauto e pianoforte di Francis Poulenc, in una suggestiva alternanza poetica, dal melanconico allegretto iniziale in costante dicotomia maggiore-minore, passando per la Cantilena “Assez Lent”, uno dei movimenti più sognanti e trascinanti del musicista francese, concludendo con un Presto giocoso in cui i due musicisti dialogano come due fanciulli alle prese con una divertente filastrocca infantile. Segue un’altrettanto riuscita alternanza di caratteri nel Cantabile e Presto di George Enescu, in cui le atmosfere candide del primo lasciano il posto ad un Presto vigoroso con uno splendido tema centrale che i musicisti si scambiano. Si ritorna in Francia con il Concertino di Cécile Chaminade, compositrice e pianista tra le più prolifiche della sua generazione. Le ampie sonorità del brano conducono ad una cadenza finale, autentica gemma del repertorio flautistico. Dopo un breve excursus nel mondo popolare di Benjamin Godard (I tre Morceaux che si concludono con un frizzante valzer ‘alla francese’), si passa ad una delle più riuscite pagine di François Borne, la Fantaisie sur la Carmen, in cui si intrecciano tutti i temi di Bizet con un finale ‘orchestrale’.
10.07.2022 Duo Pianistico a 4 mani: Sara Dominici – Massimo Perciaccante
Il concerto a 4 mani si apre con una selezione delle danze ungheresi di Johannes Brahms, autore tedesco che ad Amburgo aveva conosciuto il violinista ungherese Eduard Reményi, con quale suonava nei pub del porto per guadagnarsi da vivere, e dal quale trasse il carattere magiaro, zigano, di queste danze, originali per pianoforte a 4 mani. Di nuovo un appuntamento con Bizet e col suo capolavoro, Carmen, in una fantasia che riassume, a mo’ di parafrasi, i temi più famosi dell’opera. Dopo una trascrizione fedelissima dall’Ouverture da La gazza ladra di Rossini, si passa all’America di George Gershwin e della sua Rhapsody in blue, la migliore rappresentazione del sogno americano in una trascrizione pianistica a 4 mani di Lhévinne. Il concerto, in continuo crescendo, si conclude con quello che la storiografia musicale ci consegna come uno dei brani più divertenti della letteratura pianistica, la Rapsodia ungherese n. 2 di Liszt. Come in Gershwin, la forma di rapsodia propone una successione di movimenti di diversa caratterizzazione, che si concludono nel brano lisztiano nella Friska, una danza popolare ungherese che Liszt (questa volta un vero ungherese) cala da par suo nella scrittura pianistica in maniera magistrale.

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