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Politiche 2022: Annalisa Alfano (IdM), L’Italia del Meridione e l’urgenza della politica

17 AGO, SCALEA – Il ritorno alla politica inevitabilmente passa attraverso la selezione della classe politica esaltandone i valori della militanza, della competenza e legandone il destino alle vocazioni territoriali invece che a obsoleti schemi ideologici. Tutto ciò è evidente ma non trova oggettivo riscontro nella attuale situazione politica dove lo slogan prevale sul dibattito, la fedeltà al capo vince sulla competenza e il populismo viene preferito a qualsivoglia scelta visionaria.

In vista delle prossime elezioni, sta emergendo chiaramente ed inequivocabilmente l’inadeguatezza attuale della classe politica. La formazione delle liste sta superando di gran lunga il solito e blasonato ‘totonomi’. Oggi stiamo assistendo a nomination alla stregua dei reality e a un riciclo di nomi che non verrebbero accettati nemmeno nella raccolta dell’indifferenziato. Allora, mi domando: a che serve avvicinare e motivare i giovani verso la politica, confidando nel loro impegno, formazione e partecipazione se poi in parlamento ci ritroveremo rappresentanti che da più di vent’anni sono lì alla conquista del posto fisso e a rifilarci la solita ed inutile propaganda elettorale? Dov’è il riconoscimento del merito per l’impegno profuso ed i risultati raggiunti? Non mi piace fare di tutta l’erba un fascio e, seppur rare, ci sono eccezioni che andrebbero valorizzate e sostenute.

È necessaria un’inversione di marcia, è necessario dare avvio ad una stagione riformatrice della politica. Questo è possibile solo con un ritorno alle storiche segreterie di partito in cui la politica era cultura, storia, sapienza, insegnamento, apprendimento, sacrificio e coraggio. Quel coraggio di cui ci sarebbe bisogno oggi nel riconoscere un fallimento generale e ricominciare da quei valori fondamentali ed imprescindibili.

Oggi i partiti si ritrovano tristemente vittime di se stessi e di un sistema elettorale costruito ad hoc per farsi le scarpe gli uni con gli altri. Non vince il migliore. Vince il più forte ad imporre se stesso sugli altri.

Un rappresentante degli italiani non dovrebbe essere né il migliore e né il più forte ma semplicemente colui in grado di dare sé stesso, con tutto il proprio bagaglio valoriale ed esperienziale, a servizio dei diritti e dei doveri costituzionalmente garantiti agli italiani.

Italia del Meridione, partendo dal basso, dai territori, uno ad uno, sta costruendo una politica di contenuti, di spessore e di stile, di servizio, contro ogni logica centralista e contro quel killeraggio politico che è l’espressione massima dell’antipolitica.

“Territorialità, militanza e competenza”: la nostra identità politica.

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