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venerdì, Aprile 26, 2024
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Il Presidente del Riesame di Catanzaro indagato, interdetto per un anno

Valea interdetto dall’attività di giudice per dodici mesi, per evitare che possa esistere una reiterazione del reato

14 LUG, CATANZARO – Il presidente del tribunale del Riesame di Catanzaro, Giuseppe Valea, da poco trasferito dal Csm al tribunale di Milano, non potrà proseguire la sua carriera, per la quale tra l’altro aveva avanzato domanda di pensionamento a partire dal prossimo 31 dicembre. I carabinieri del Ros di Salerno e Catanzaro gli hanno notificato ieri l’interdizione dagli uffici decisa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Salerno, Maria Zambrano, su richiesta della Procura campana competente per territorio sulle indagini che riguardano magistrati di Catanzaro. I carabinieri del Ros hanno perquisito sia l’abitazione di Valea, nel Catanzarese, che gli uffici.

Il Magistrato è indagato con l’accusa di falsità ideologica e sono 6 gli episodi che gli vengono contestati relativi ad altrettanti procedimenti giudiziari per i quali lo stesso Valea avrebbe escluso i giudici del collegio della decisione definitiva. Valea, inoltre, avrebbe assunto la presidenza di collegio in diversi procedimenti, evidenziando un numero di molto superiore rispetto a quelli degli altri colleghi.

L’inchiesta rientra nell’ambito dell’indagine “Genesi” che ha coinvolto un altro giudice all’epoca in servizio a Catanzaro, Marco Petrini, già condannato in primo grado. Agli atti dell’inchiesta nei confronti di Valea ci sono anche le dichiarazioni rese dal presidente del tribunale di Catanzaro e, soprattutto, le relazioni e le dichiarazioni rese dai giudici che avrebbero dovuto comporre i collegi giudicanti e che, invece, avrebbero visto direttamente emettere la decisione stabilità dallo stesso Valea.

Tra i procedimenti incriminati, uno riguarda l’indagine intorno ad Antonio Saraco, la cui decisione è stata depositata dopo due anni, ma senza una camera collegiale, come evidenziato dagli altri componenti del collegio. Il pm aveva chiesto per Valea il divieto di dimora nelle regioni Calabria e Lombardia, per impedire che lo stesso potesse esercitare la funzione di giudice anche nella nuova sede di Milano. Il Gip ha invece stabilito l’interdizione.

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